All’Italia, una riflessione per il 25 aprile. A un’Italia che resiste.
LE PAROLE DI L
Questa non è “la notte dei miracoli” di Lucio Dalla. No, è la “notte dei diritti”.
Si manganellano studenti inermi nelle piazze, si cerca di svuotare nei contenuti il reato di tortura, si tagliano i fondi a scuole e sanità, poco ci manca, ma se sei in visita in un ospedale quasi ti cacciano via se non hai i soldi o una carta di credito “american express”, per pagarti le cure (più o meno come avviene negli Stati Uniti). E poi, tenetevi forte, sono considerati più pericolosi i rave party che non i reati di corruzione. Si inventano nuove norme per rendere la Magistratura subalterna al potere politico con buona pace della separazione dei poteri. Si vuole colpire con leggi pretestuose la libertà di stampa per ridurre così i giornalisti a semplici “marchette”. Nel mondo del lavoro se sei un operaio edile sottopagato “in nero” e non muori (perché hai cvl0) mentre svolgi la tua attività lavorativa, rimarrai comunque precario quasi per tutta la vita. Questo perché il lavoro è considerato merce. E ancora, si attaccano i diritti delle donne a cominciare da quello sull’aborto mentre in Francia l’interruzione di gravidanza è previsto in Costituzione.
L’Italia e la condanna del ventennio fascista
Negli ultimi anni ha prevalso la rimozione storica della tragica esperienza del FASCISMO. Storicizzare il “ventennio” sarebbe un errore perché il fascismo le sue scorie sono come un virus che cambia continuamente sia pure con posture, “faccine” ammiccamenti ruffiani e modalità diverse rispetto a quel periodo. Ce ne accorgiamo tutti i giorni.Sui diritti sociali, la libertà di pensiero e di opinione delle persone sembra ormai abbattersi un “vento gelido” ovunque nel mondo: con Trump negli Stati Uniti, Milei in Argentina, Orban in Ungheria, Erdogan in Turchia e con Putin in Russia per il quale le destre estreme di mezzo mondo subiscono una perversa fascinazione.
Nel nostro Paese brandendo la fiamma tricolore della repubblica sociale, dei tempi del duce vogliono promuovere una riforma costituzionale “per un governo del popolo” che nei fatti rischia di diventare un’arma impropria nelle mani di una “capa” (meglio un “capo”perché pare non gradisca la declinazione al femminile). Nessuno degli appartenenti a questa classe dirigente ha proferito una sillaba di condanna del fascismo. Abbiamo visto soltanto odiosi “siparietti” istituzionali con discorsi pronunciati con un rivolo di bava alla bocca. Per dirla con Crozza, per loro la “Resistenza” è semplicemente il “filamento della lampadina”… Le superc4zz0le poi sul pericolo a loro dire della “sostituzione etnica” (temi tanto cari a Mussolini e Hitler) sono peggio di una manganellata.
Oggi, 25 APRILE, in moltissime piazze del Paese studenti lavoratori, lavoratrici, precari disoccupati, immigrati privi di qualsiasi diritto, senzatetto, persone detenute, quasi tutti senza prospettive concrete di lavoro… Gli ultimi e le ultime insomma, hanno detto con un gesto iconico a questo governo:“Tiè!” Le sezioni dei partiti sono quasi tutte chiuse o non esistono più, ma le piazze, i teatri e i concerti sono stracolmi di gente. Si riparte da qui, proprio dalle PIAZZE. Con le armi della cultura, dell’arte e della comunicazione, perché tutto è politica.
È L’ ITALIA DERUBATA E COLPITA AL CUORE, PRESA A TRADIMENTO. L’ITALIA CHE SI DISPERA, L’ITALIA CHE SI INNAMORA. L’ITALIA CHE RESISTE!
Era il 1979, F. De Gregori, “W L’Italia”. Sembra ieri..
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