LE PAROLE DI L
Il permesso premio «consente al detenuto di “uscire temporaneamente” dal carcere, per periodi non superiori a quindici giorni, fino ad un massimo di quarantacinque giorni all’anno, per coltivare interessi affettivi, culturali e di lavoro» Dott.ssa Francesca Saveria Sofia
Provvidenziale fu la legge del 10 ottobre 1986 numero 663 ovvero la “legge Gozzini” del Senatore Comunista Mario Gozzini con la quale si introdussero le misure alternative al carcere e tra queste i permessi premio ai detenuti.
ll “permesso premio” è quel beneficio premiale che ti consente la riappropriazione del tempo perduto e la valorizzazione di quello presente e futuro.
Ci si relaziona con i propri cari, si riassaporano “frammenti di libertà”, anche quando banalmente da ” semiliberi” si sorseggia un caffè al bar, si fa una corsa al parco o si carezza un cane.
E poi … diciamola tutta … si stemperano le ” tempeste ormonali “. Le giornate tornano ad essere non più ripetitive, non c’è più l’automatismo temporale che si vive dietro le sbarre dove a sovrastarci è la “predazione” del nostro tempo.
Al netto dell’emergenza climatica e dell’inquinamento ambientale si respira comunque il “profumo della libertà”. Capita spesso che, al primo permesso premio, parenti amanti conoscenti amici veri o presunti ti chiedano “cosa hai fatto per tutto questo tempo”.
La risposta, quella vera, dolce e malinconica è “sono andato a letto presto”. Proprio come Noodles (De Niro) rispondeva a Fat Moe (Larry Rapp) nel capolavoro cinematografico “C’era una volta in America” del 1984 del regista Sergio Leone.
Noodles Fat Moe i permessi premio.
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