Parlando con S è quasi impossibile non cadere nei dettagli più intimi della sua stravagante storia di vita, connotata da sofferenze intense che guarda oggi con uno sguardo più critico e consapevole. Nel rispetto delle sue emozioni, tenteremo di riportare le sue parole attraverso la medesima finzione interpretativa che accompagna le narrazioni delle persone che avete letto finora, ma che sento ancor più imperativa per questo tipo di argomenti.
LE PAROLE DI S
La mia vita è stata piena di belle esperienze ma ho fatto anche tanti sbagli.
Da giovanissimo ho perso mio padre e mio fratello, mi sono avvicinato a tante persone che potevo evitare. Le disgrazie in famiglia mi hanno fatto cambiare. L’uso di droghe non ha poi aiutato, insieme ai lutti che ho subito: quando perdi una persona cara ti resta quella rabbia dentro che è difficile che vada via.
La famiglia mi è mancata tanto, ora mi è rimasta solo mia sorella ma non siamo mai andati molto d’accordo. Ero ingestibile, quindi capisco perché in molti si sono allontanati da me, ero un pezzo di ferro chiuso nella mia rabbia.
Parlando d’amore, S una volta mi ha detto:«Amore è una parola troppo grande, non la usare». Lui racconta spesso le relazioni del passato, per cui abbiamo cercato insieme di condividere con voi, nel modo più coerente possibile, quella che è stata la sua “vita amorosa” giovanile, intrecciata in modo quasi inevitabile con la tossicodipendenza. Infatti, S racconta brevemente anche della sua disintossicazione solitaria.
Con i rapporti non sono mai stato quieto. Come facevano le donne, anche quelle “giuste”, a starmi dietro? Non ho saputo mantenere relazioni stabili proprio per la mia vivacità, volevo sempre di più.
Tutto è amore, la vita è amore.
L’amore per me è una cosa seria, un conto sono i rapporti superficiali, altro conto è quando una persona ti piace veramente e in quel caso si soffre. Nella maggior parte delle situazioni quando finisce una storia, anche seria, la colpa è di entrambe le parti. Anche se c’è sempre quello che io chiamo “la metamorfosi dell’amore”, cioè quel momento in cui ci si addossano le colpe l’uno con l’altra.
La gelosia è forse uno dei motivi per cui mi sono sempre trovato a discutere con le donne della mia vita, perché in modo totalmente sincero confesso di non essere sempre stato fedele. Però poi quando è successo a me, che sono stato tradito da una persona a cui volevo molto bene, è stato brutto. Ho trovato la persona che mi voleva mettere in riga. L’amore è rispetto ma il mio cervello quando ero giovane si era inchiodato “io posso e lei no”. Poi ci ho ragionato, ho smesso anche di drogarmi e le cose sono cambiate.
Arrivi a un certo punto che sei in un tunnel senza più luce.
Ti spegni lentamente, sei solo perché la gente inizia ad evitarti perché ti considerano pericoloso o fuori di testa. Ho perso tante persone, anche le più importanti, quelle a cui interessavo meno erano quelle che restavano di più ma per la droga, per convenienza.
E quando me ne sono reso conto, ho capito che mi ero stancato di queste situazioni e di questi rapporti fittizi.
Ho cambiato anche il modo di pensare, sono andato via da quegli ambienti che restano sempre uguali e all’interno dei quali le persone non dimenticano mai cosa hai fatto. Quindi quando ti sei fatto terra bruciata poi non c’è più modo di ricostruirti una vita diversa. Per quanto riguarda la mia disintossicazione, da cocaina soprattutto, posso dire che ho fatto tutto da solo ma gradualmente. Ho iniziato prima a togliere l’alcool e poi con calma le cose più pesanti, oltre che come ripeto, ad allontanarmi da determinate amicizie, da determinati ambienti e soprattutto da certe donne con cui uscivo che erano tossicodipendenti come me. Infatti, spesso mi usavano solo per quello, l’amore per loro era la droga.
Guardavo le persone intorno a me che arrivavano a delle condizioni veramente assurde e io pensavo che non volevo arrivarci mai così. Mi piaceva ascoltare quello che raccontavano, i loro problemi e le loro storie anche più complicate delle mie.
Ho cercato di aiutare una mia compagna in particolare, o meglio pensavo di aiutarla ma in realtà lei aveva già dei problemi di depressione e continuando a drogarci non abbiamo migliorato la situazione. Mi dispiace ancora oggi, ma quando ho provato a togliere le droghe ho capito che lei stava con me solo per quello. Ho sofferto molto per lei, ma è passata anche questa.
Guardando indietro e facendo i conti con il suo passato, S ad oggi è sereno.
Prima sì, avevo rancore per la comprensione che mi veniva negata. Ad oggi è diverso, ho accettato molte cose, mi sono liberato di tutto il peso che avevo dentro, ma c’è voluto tempo. Quando finisco qui devo ricominciare da capo e la cosa non mi spaventa, ho ricominciato così tante volte come se avessi vissuto tantissime vite.
La piramide è l’immagine scelta da R per rappresentare la sua vita, o meglio la sua crescita: la costruzione, mattone dopo mattone, della sua persona e del suo carattere; il frutto delle sue esperienze, del suo girovagare, delle decisioni prese, le perdite subite e l’accettazione delle stesse.
Ora sono completo, sono arrivato alla cima e ho voglia di vivere una vita normale, stabile. Io penso che la vita non è facile per nessuno e certe ferite restano per sempre, però è una grande soddisfazione quella di poter dire di avercela fatta.