Cooperativa sociale che offre servizi di ascolto, orientamento, formazione, accoglienza rivolti a detenuti/e, ex detenuti/e e persone che vivono in condizione di disagio sociale.

Tag: antifascismo

L’Italia che resiste, la notte dei miracoli.

All’Italia, una riflessione per il 25 aprile. A un’Italia che resiste.

LE PAROLE DI L

Questa non è “la notte dei miracoli” di Lucio Dalla. No, è la “notte dei diritti”.

Si manganellano studenti inermi nelle piazze, si cerca di svuotare nei contenuti il reato di tortura, si tagliano i fondi a scuole e sanità, poco ci manca, ma se sei in visita in un ospedale quasi ti cacciano via se non hai i soldi o una carta di credito “american express”, per pagarti le cure (più  o meno come avviene negli Stati Uniti). E poi, tenetevi forte, sono considerati più pericolosi i rave party che non i reati di corruzione. Si inventano nuove norme per rendere la Magistratura subalterna al potere politico con buona pace della separazione dei poteri.  Si vuole colpire con leggi pretestuose la libertà di stampa per ridurre così i giornalisti a semplici “marchette”. Nel mondo del lavoro se  sei un operaio edile sottopagato “in nero” e  non muori (perché hai cvl0) mentre svolgi la tua attività lavorativa, rimarrai comunque precario quasi per tutta la vita. Questo perché il lavoro è considerato merce. E ancora, si attaccano i diritti delle donne a cominciare da quello  sull’aborto mentre in Francia l’interruzione di gravidanza è previsto in Costituzione.  

Fosse ardeatine, visita 25/04/2024

L’Italia e la condanna del ventennio fascista

Negli ultimi anni ha prevalso la rimozione storica della  tragica esperienza del FASCISMO. Storicizzare il “ventennio” sarebbe un errore perché il fascismo le sue scorie sono come un virus che cambia continuamente sia pure con posture, “faccine”  ammiccamenti ruffiani e modalità diverse rispetto a quel periodo. Ce ne accorgiamo tutti i giorni.Sui diritti sociali, la libertà di pensiero e di opinione delle persone sembra ormai abbattersi un “vento gelido” ovunque nel mondo: con Trump negli Stati Uniti, Milei in Argentina, Orban in Ungheria, Erdogan in Turchia e con Putin in Russia per il  quale le destre estreme di mezzo mondo subiscono una perversa fascinazione.

Fosse ardeatine, visita 25/04/2024

Nel nostro Paese brandendo la fiamma tricolore della repubblica sociale, dei tempi del duce  vogliono  promuovere una riforma costituzionale “per un governo del popolo” che nei fatti rischia di diventare  un’arma impropria nelle mani di una “capa” (meglio un “capo”perché pare non gradisca la declinazione al femminile). Nessuno degli appartenenti a questa classe dirigente ha proferito una sillaba di condanna del fascismo. Abbiamo visto soltanto odiosi “siparietti” istituzionali con discorsi pronunciati con un rivolo di bava alla bocca. Per dirla con Crozza, per loro la “Resistenza” è semplicemente il “filamento della lampadina”… Le  superc4zz0le poi sul pericolo a loro dire della “sostituzione etnica” (temi tanto cari a Mussolini e Hitler) sono peggio di una manganellata.

Fosse ardeatine, visita 25/04/2024

Oggi, 25 APRILE, in moltissime piazze del Paese studenti lavoratori, lavoratrici, precari disoccupati, immigrati privi di qualsiasi diritto, senzatetto, persone detenute, quasi tutti senza prospettive concrete di lavoro… Gli ultimi e le ultime insomma, hanno detto con un gesto iconico a questo governo:“Tiè!”   Le sezioni dei partiti sono quasi tutte chiuse o non esistono più,  ma le piazze, i teatri e i concerti sono stracolmi di gente. Si riparte da qui,  proprio dalle PIAZZE. Con le armi della cultura, dell’arte e della comunicazione, perché tutto è politica.

 

È L’ ITALIA DERUBATA E COLPITA AL CUORE, PRESA A TRADIMENTO. L’ITALIA CHE SI DISPERA, L’ITALIA CHE SI INNAMORA. L’ITALIA CHE RESISTE!

Era il 1979, F. De Gregori, “W L’Italia”. Sembra ieri..                                                                                  

M49 , l’Orso 

Fosse ardeatine, visita 25/04/2024

Quello di Ilaria Salis è un caso che non è possibile ignorare

È una detenuta come noi ma in condizioni peggiori

Ilaria Salis, una maestra italiana di 39 anni l’11 febbraio dello scorso anno è stata arrestata a Budapest durante il “giorno dell’onore”. Non è un segreto ormai per nessuno. Pochi giorni fa abbiamo assistito alle immagini di una donna col viso scarno, con i polsi e le caviglie legate strette, con le catene a limitarne i movimenti. L mi ha scritto che non può tacere di fronte a quelle immagini, di fronte a questi fatti, al “pozzo” in cui Ilaria – e altri come lei – è stata sbattuta ormai da quasi un anno.
Che cos’è il “giorno dell’onore”? Quali sono le accuse volte a Ilaria Salis? Lo riassumo brevemente prima di lasciare spazio alle parole di L che principiano in realtà già con il titolo di questo articolo. Dunque, l’11 febbraio si ricordano i soldati tedeschi caduti nel 1945 tentando di rompere l’assedio dell’esercito rosso. Gruppi di neonazisti europei quindi si incontrano e manifestano, celebrano i nazisti del passato. E con essi, le loro ideologie suprematiste. Insomma, uno dei raduni più importanti dei neonazisti d’Europa. 
Ilaria Salis è accusata di aggressione a due di questi personaggi, insieme a un altro antifascista tedesco. Vogliono condannarla a 16 anni di carcere, con due aggravanti che rendono il caso di Ilaria “un caso politico”. Puntuale e lucido come sempre, Zero Calcare ripercorre questo caso con un fumetto, pubblicato dall’Internazionale online e che consiglio di leggere.
Lo trovate qui: “Una storia di nazisti, di galera e di responsabilità”.
LE PAROLE DI L

“E poi e poi la notte che non passa…”: Dal “non ho sentito” al “non ho visto” – il caso di Ilaria Salis

La ferocia non gli difetta. È indelebile l’immagine di quell’esponente delle istituzioni che alla Scala di Milano, di fronte all’ urlo liberatorio di un cittadino “viva I’Italia antifascista”, con giravolte simili a quelle di un trapezista di un circo rispondeva ai giornalisti “non ho sentito”. Ma c’è di più, ora siamo al “non I’ho visto” di un senatore capotreno parente affine di un’alta carica governativa che con sprezzo del ridicolo e una sottile perfidia ha dichiarato con la velocità di un Frecciarossa che lui il video di Ilaria Sails trascinata alla maniera di un quadrupede davanti ad un Giudice del regno sovranista di Orban lui, quello schifo, proprio non l’aveva visto . Siamo al solito “garantismo strabico” trentennale di questi per così dire, rappresentanti istituzionali dentro e fuori questo Paese. Sono fatti così, per loro è normale. 

Verrebbe da dire che Lombroso sussurra al loro cuore (se un cuore ce I’hanno) di stare sempre dalla parte dei forti e dei privilegiati, rimanendo indifferenti quando non feroci con gli altri, quelli meno fortunati, che nelle carceri sono la maggioranza.

 

Tutti noi detenuti e detenute esprimiamo solidarietà a Ilaria Salis, costretta con le catene ai piedi in un Tribunale dopo quasi un anno di indicibili maltrattamenti subiti in un maledetto carcere ungherese. 

 

“E poi e poi.. a la notte che non passa mai”. Direbbe Giorgia. Giorgia la cantante, naturellement. Ma speriamo che passi, le auguriamo noi.

M49

25 Aprile: Anniversario della Liberazione d’Italia

LE PAROLE DI B

L’anniversario della Liberazione è una festa nazionale della nostra Repubblica, di cui quest’anno ricorre il 78° anniversario. Ma… c’è un “ma”! Però… c’è un “però”! E potremmo andare avanti così all’infinito, ma “le parole sono stanche” (Giorgia, la cantante!) “anche quando sono importanti” (Nanni Moretti).

Questo 25 aprile infatti è uno dei più controversi e discussi mai celebrati. Da mesi ormai, sgomenti ed increduli, assistiamo ad una serie di “intemperanze linguistiche”, infausti “tic lessicali” ed inciampi espressivi da parte di alcune alte cariche dello Stato Italiano, inimmaginabili soltanto qualche anno fa.
Il nostalgismo di un tempo si fermava ai “treni che arrivavano sempre in orario”, alle fantomatiche pensioni di anzianità concesse da Mussolini (grande bufala storica, in quanto il primo sistema previdenziale in Italia risale al 1895, istituito dal governo Crispi), alla bonifica delle paludi (in realtà in buona parte effettuate con i fondi del “piano Marshall” nel 1948-1952 e poi della Cassa del Mezzogiorno).

A preoccuparmi non sono più queste ricostruzioni fasulle e posticce tanto care ai nostalgici di un tempo, ma ciò che mi raggela il cuore e mi fa rabbrividire è la riproposizione nel 21° secolo di concetti per me aberranti come quello della cosiddetta “sostituzione etnica”, concetti relegati nelle cantine del nostro inconscio, rimasugli ideologici riemersi dallo scantinato di una certa destra, sotto forma di sostituzione etnica. Ma noi già viviamo in una società multietnica! Londra, Parigi, Amsterdam, Milano, Roma sono già città multietniche, dove lingue e culture diverse si incontrano e, quando questo non avviene, se ne pagano le conseguenze in termini di emarginazione, intolleranza e criminalità. 

Non ci sono muri e confini ideologici che tengano, quello della sostituzione etnica è un tema riportato nel “Mein Kampf” di Hitler (1925), fascismo e nazismo ed i reduci consapevoli o inconsapevoli di quelle ideologie, continuano a brandire un’idea di Nazione, e di identità, odiosa. Lo fanno in modo perfido e subdolo, reclamando addirittura la “purezza” non soltanto etnica ma addirittura linguistica. Ignorano che il concetto di identità nazionale che rivendicano in realtà non esiste più, in quanto l’identità oggi è frutto di incontro di culture e lingue diverse, in una ricomposizione che vede la contaminazione come elemento fondante.

Il 25 aprile deve essere la festa dei Diritti, che appartengono a tutti/e, senza distinzioni di alcun tipo come ricorda la nostra Costituzione. Non possiamo rimettere in discussione questo, se diamo spazio ai peggiori sovranismi, alle più feroci posture ideologiche, rischiamo un brusco ritorno a quello stato etico che pensavamo sostituito dallo stato di diritto.

Non dobbiamo mai più farci abbagliare dal nazionalismo, ma stare dalla parte degli ultimi, degli emarginati, dei detenuti (di cui, ahimè, faccio parte), ribadendo il valore fondamentale dell’antifascismo.

L’antifascismo è solidarietà, eguaglianza, libertà di scelte individuali, attivismo sociale, parità di genere, abbattimento di muri e pregiudizi. 

Il 25 aprile mi piace viverlo così: ribadendo l’antifascismo e un mondo senza muri né confini.